L’itinerario si snoda tra tesori d’arte e piccoli borghi immersi in una natura incontaminata ricalcando parte del tracciato della Via Benedicti, il percorso che collega le 15 abbazie benedettine tra Umbria, Lazio e Molise. Può essere l’occasione per un piacevole weekend o per una vacanza, in cui scoprire l’armonia di luoghi fuori dal tempo, vivere suggestive escursioni naturalistiche e gustare i cibi della tradizione.
1 Tappa: Il Convento di San Cosimato e le Chiese rupestri a Vicovaro
Il complesso archeologico di San Cosimato si trova a un chilometro dall’uscita Vicovaro-Mandela dell’autostrada A24 Roma-L’Aquila. Immerso nel contesto naturalistico del Parco Regionale dei Monti Lucretili, è costruito su uno sperone roccioso a picco sull’Aniene, era una delle mete preferite degli artisti del Grand Tour. Oltre alla chiesa si possono visitare il complesso delle chiese rupestri e i resti degli antichi acquedotti romani Marcio e Claudio, cui si accede dal convento oggi trasformato in albergo. La permanenza a San Cosimato fu la prima esperienza di vita monastica di san Benedetto prima di ritornare a Subiaco e fondare l’Ordine dei Benedettini.
Da vedere nei dintorni: Il Tempietto di San Giacomo a Vicovaro, la Villa di Orazio a Licenza, i Lagustelli di Percile, Saracinesco
2 Tappa: Il Santuario della Mentorella a Guadagnolo
Il Santuario della Mentorella è arroccato su una rupe dei Monti Prenestini, da cui domina da un lato la Valle del Giovenzano e dall’altro la campagna romana. Da San Cosimato si riprende la Statale Tiburtina in direzione Arsoli e subito dopo la Stazione Ferroviaria di Mandela si gira a destra. Si oltrepassano i piccoli borghi di Sambuci e Ciciliano seguendo le indicazioni per Pisoniano. Subito dopo il paese si svolta a destra per Capranica Prenestina e si sale fino a raggiungere la frazione di Guadagnolo a 1191 metri di quota. Da qui si può proseguire a piedi sul sentiero Woityla, oppure salire in auto fino al Santuario. Il panorama è stupefacente: spazia dai Monti Sabini ai Simbruini, dagli Ernici ai Colli Albani e alla campagna romana, in un silenzio che suggella il connubio tra natura e spiritualità che avvolge il luogo. La Mentorella è il più antico santuario mariano d’Italia, la chiesa originale, in stile romanico, risale al VI sec. A pochi passi dal cenobio, sotto la piccola cappella di Sant’Eustachio, si trova l’angusta grotta naturale in cui san Benedetto visse in eremitaggio per due anni prima di ritirarsi in una grotta del Monte Taleo, poco sopra Subiaco.
Da vedere nei dintorni: Il Museo Civico Naturalistico dei Monti Prenestini a Capranica Prenestina, il Castello di Sambuci
3 Tappa: I Monasteri di Santa Scolastica e San Benedetto a Subiaco
Lasciata Capranica si torna sulla strada provinciale proseguendo in direzione di San Vito Romano. Poco prima del paese si gira a sinistra per Rocca Santo Stefano e si continua nelle campagne fino a Subiaco, nel cuore del Parco dei Monti Simbruini. Si attraversa il città e al primo bivio si prende, a sinistra, la Via dei Monasteri, che conduce a Jenne e Vallepietra. Dopo un chilometro, sulla sinistra, si raggiungono i ruderi della Villa di Nerone, se si ha tempo per una breve
ma suggestiva escursione naturalistica, qui si può parcheggiare e scendere sul breve sentiero pedonale sulla destra fino al Laghetto di San Benedetto, l’unico rimasto dei Simbruina Stagna neroniani, alimentato da una fragorosa cascata dell’Aniene. Tornati sulla Via dei Monasteri si sale per qualche centinaio di metri e immersa in uno scenario d’altri tempi appare, come una cittadella, l’Abbazia di Santa Scolastica con il suo bel campanile romanico e il vasto complesso di edifici che custodiscono i tre chiostri, veri gioielli dell’architettura. Santa Scolastica è stata la culla dell’Ordine Benedettino, qui san Benedetto ha vissuto gran parte della sua vita, gettando le basi della sua Regola, Ora et Labora, destinata a cambiare la storia dell’Europa medievale. Proseguendo in direzione Jenne, alla prima svolta si apre un piazzaletto da cui si ha una suggestiva vista panoramica sulla vallata e sull’intricato complesso di tetti dell’Abbazia; poco più avanti si volta a sinistra e si sale fino all’ingresso del Bosco Sacro di lecci secolari che anticipa l’entrata al Monastero di San Benedetto costruito, quasi a sfidare la forza di gravità, sulla ripida parete rocciosa dove si trova il Sacro Speco, la grotta in cui visse san Benedetto per tre anni prima di avviarsi alla vita a monastica. Un luogo intenso e silenzioso, cornice naturale alle meraviglie dell’interno, composto da due chiese sovrapposte interamente affrescate dalle più importanti scuole pittoriche italiane tra il 1200 e il 1500.
Da vedere nei dintorni: La Rocca Abbaziale, il Museo della Attività Cartarie e della Stampa, il Convento di San Francesco a Subiaco, la Montagna degli Artisti a Cervara, la Mola Vecchia di Jenne, il Parco Regionale dei Monti Simbruini
4 Tappa: La Chiesa di San Pietro ad Affile
Affile, ad appena sette chilometri da Subiaco, è il luogo della giovinezza di san Benedetto. Dai monasteri si torna indietro fino al bivio per gli Altipiani di Arcinazzo, si supera il Ponte di San Mauro voltando a destra e si seguono le indicazioni per Affile. All’entrata del borgo, nel vecchio cimitero, si trova la piccola Chiesa di San Pietro, antico ospizio per pellegrini in cui trovarono rifugio il giovane Benedetto e la sua nutrice quando arrivarono nella Valle. Qui, secondo la tradizione, il santo compì il suo primo miracolo, documentato negli splendidi affreschi quattrocenteschi della parete destra della Chiesa. La tappa si conclude con una parentesi enogastronomica visitando i vigneti delle scoscese e assolate colline affilane dove si produce il Cesanese, risultato eccellente di un vitigno coltivato fin dai tempi dell’antica Roma.
Da vedere nei dintorni: La Valle dei Vigneti ad Affile, la Villa di Traiano agli Altipiani di Arcinazzo