Protetta da un folto bosco, come in uno scrigno verde, questo piccolo gioiello color smeraldo è una delle meraviglie dei Simbruini, dove storia e natura s’intrecciano in simbiosi perfetta. Un’escursione refrigerante nella bella stagione, altrettanto suggestiva in inverno quando l’acqua è gelata
La cascata si trova alla confluenza tra il Simbrivio e l’Aniene, presso l’area archeologica di Comunacque, “ad communes aquas” come la chiamavano i romani.
Vi si può arrivare sia da Jenne che da Trevi percorrendo la SP 193; si parcheggia lungo la strada all’altezza di un bar-ristorante, in prossimità del segnale di confine tra la provincia di Roma e quella di Frosinone, e si scende il brevissimo sentiero, che porta al ponte romano sul Simbrivio lasciandosi sulla sinistra gli affascinanti ruderi della vecchia centrale idroelettrica. I due fiumi si uniscono in un’ampia radura proprio dopo il ponte, seguendo il sentiero, duecento metri più avanti, si arriva alla cascata. Qui si trovano anche i ruderi di una villa romana risalente al III-IV secolo a.C. e le sostruzioni del vecchio acquedotto. Risalendo fino alla strada provinciale e prendendo il sentiero sul lato opposto, si può unire, a questa breve gita, l’escursione alla Sorgente del Cardellino e a quella delle Tartare e proseguire fino alla Mola vecchia di Jenne o ancora fino al Laghetto di san Benedetto nei pressi della Villa di Nerone a Subiaco, da cui risalire fino all’Abbazia di Santa Scolastica.
(Percorso nella Carta escursionistica del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini)