Sul margine occidentale dei Monti Simbruini, a 1250 m di altitudine, un tempo sorgeva Camerata con la sua rocca. Un borgo inespugnabile, punto strategico fondamentale nel medioevo e avamposto di frontiera in età moderna, che vide la sua fine a seguito di uno storico incendio ed è, oggi, una meta affascinante per un’escursione tra storia e natura.
Da Camerata Nuova (810 m) si sale per via Madonna delle Grazie fino ai margini del borgo, dove c’è un bivio con un fontanile. Si prosegue a sinistra sulla strada asfaltata fino ad un ponte, fin qui potete arrivare anche in macchina. Sulla destra si trova il sentiero 653 che costeggia il Fosso Luisa e lo si segue fino al bivio da cui si staccano, a sinistra, il sentiero 664b/c e la Via dei Lupi. Si continua lungo la stradina che, seguendo il corso del fosso, si inoltra in lieve salita nel bosco; poi il sentiero si fa ripido e sale a zig-zag fino ad incrociare una strada sterrata, in lontananza, tra gli alberi, si intravedono le rovine del vecchio borgo. Si piega a sinistra, proseguendo a mezza costa fino alla chiesa rurale della Madonna delle Grazie (1175 m). Dal terrazzamento si vedono la Camerata Nuova e la Piana del Cavaliere, con i suoi paesini. Si supera la chiesa e si continua sullo stretto sentiero fino al vecchio borgo. Lo scenario dei ruderi è suggestivo: ci si fa strada lungo le mura delle case, la chioma di un ontano che spunta da una finestra, un’edera che ha ricoperto una parete e quasi la sorregge, un architrave rimasto miracolasamente intatto, le antiche strade, di cui ancora si distinguono i ciotoli. Una breve discesa porta all’imponente arco a tutto sesto dell’antica porta d’entrata, ancora incredibilmente intatto; si risale verso la cresta del colle, dove poche pietre disegnano ancora la pianta dell’antica rocca. Silenziose svettano a Nord le coste Serrasecca e la cima Vallevona, separate dai Simbruini dal profondo canalone del Fioio. Ad Ovest la Piana del Cavaliere, la catena del Cervia-Navegna e le ultime propaggini dei Lucretili. Ad Est una serie di colli e profonde vallate guidano lo sguardo in direzione dell’altopiano di Camposecco. Per il ritorno si fa lo stesso percorso, oppure, poco dopo essersi lasciati alle spalle i ruderi del vecchio paese, si può voltare a destra sul sentiero 664b, che scende scosceso e a tratti sassoso.
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